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La visione del non ancora è ciò che condiziona la memoria del passato e l'esperienza del presente. Infuturarsi nei paesaggi che incarna, nei passaggi che danza, nei passeggi che indugia, è la sfida alla quale l'autore si espone per essere egli stesso radice itiner(r)ante e soglia incauta. In ogni orizzonte interstiziale e temporaneo di questo cammino, puoi incontrarlo purché tu non sia rapito dall'ossessione di tutto afferrare e ti sorprenda anzi incline all'impermanenza; ma puoi anche perderti, e questa sarebbe la tua occasione. La parola qui è irriverente, capace di ospitare il suo contrario, e esigente, protesa all'enigma; fagli spazio e datti tempo.